2. PRIMA TAPPA: IL CENTRO STORICO
Ciò che caratterizza il centro storico di Premana è la struttura a
vicoli e passatoie che collegano una casa con l’altra, creando un susseguirsi di strette gallerie.
Un tempo ciò serviva a rendere più sicuri gli spostamenti, nelle non rare occasioni in cui il paese era oggetto delle scorrerie di briganti e soldatesche di passaggio. In caso di un attacco esterno - e comunque durante la notte – venivano chiusi i cancelli posti sui portici che davano verso l’esterno del paese (in alcuni casi si possono indovinare ancora i segni dei cardini).
Il luogo dove ci troviamo ora è detto Vicróos (ovvero crocevia, incrocio) e si affaccia sulla Piazze, che rappresenta uno dei rarissimi spazi pianeggianti del centro. Qui l’antico forno per il
pane è stato ristrutturato: le famiglie vi portavano la loro farina e il fornaio veniva pagato in denaro oppure con una parte del pane.
Dalla piazza, in Vicróos si origina la direttrice principale del paese più antico, oggi via Manzoni, e si diramano due vicoli, a monte e a valle. Questa disposizione potrebbe rappresentare una conferma dell’origine romana del nucleo abitato, con l’incrocio del cardo
(nord-sud) e del decumano (ovest-est). È d’altro canto appurato che durante il II secolo a.C. si sfruttassero le miniere dell’alta Valvarrone, che attraverso il valico di Piazzo passasse una
strada romana, che Casargo e Pagnona ospitassero truppe imperiali. Gli stessi nomi di Premana e Pagnona possono avere quelle origini: rispettivamente dal prefisso prae- (cioè “prima, avanti”, riferito alla posizione avanzata nella valle) o da pro mane (verso mattino, verso est) e dal termine pagus (villaggio).
Rimane però traccia, nella tradizione orale e nella toponomastica, di un abitato più antico e situato ancora più addentro nella valle: si tratta di Domant (nucleo poi utilizzato come “lőőch”, cioè maggengo, e ancora ben conservato) il cui nome può risalire al latino domus-ante cioè, appunto, “la casa precedente”.
Da Vicróos, scendendo e
imboccando il primo vicolo a sinistra, si raggiunge la Zòche.
E’ probabilmente il luogo più suggestivo del centro storico,
quello che ha conservato meglio l’aspetto del paese antico.
Dall’interno dei locali che si affacciano sul porticato, si diramano antichi cunicoli, nei quali è stata rinvenuta sabbia di fiume. Trovandosi Premana su un terrazzo morenico, si tratta verosimilmente dei resti del primitivo corso del torrente
Varrone, L’appellativo Zòche significa in effetti “buco”, ma anche “cava”: non è escluso che - anticamente – il luogo fosse sfruttato proprio come cava di sabbia, utilizzata per le costruzioni.
Proseguendo da Vicróos su via Dante, si incontra un altro luogo
significativo per la storia del paese: è la bella piazzetta detta
Conscei, cioè, appunto, Piazza Consiglio, un tempo utilizzata
per le assemblee dei capi- famiglia. Da qui si percorre tutta via Volta.
vicoli e passatoie che collegano una casa con l’altra, creando un susseguirsi di strette gallerie.
Un tempo ciò serviva a rendere più sicuri gli spostamenti, nelle non rare occasioni in cui il paese era oggetto delle scorrerie di briganti e soldatesche di passaggio. In caso di un attacco esterno - e comunque durante la notte – venivano chiusi i cancelli posti sui portici che davano verso l’esterno del paese (in alcuni casi si possono indovinare ancora i segni dei cardini).
Il luogo dove ci troviamo ora è detto Vicróos (ovvero crocevia, incrocio) e si affaccia sulla Piazze, che rappresenta uno dei rarissimi spazi pianeggianti del centro. Qui l’antico forno per il
pane è stato ristrutturato: le famiglie vi portavano la loro farina e il fornaio veniva pagato in denaro oppure con una parte del pane.
Dalla piazza, in Vicróos si origina la direttrice principale del paese più antico, oggi via Manzoni, e si diramano due vicoli, a monte e a valle. Questa disposizione potrebbe rappresentare una conferma dell’origine romana del nucleo abitato, con l’incrocio del cardo
(nord-sud) e del decumano (ovest-est). È d’altro canto appurato che durante il II secolo a.C. si sfruttassero le miniere dell’alta Valvarrone, che attraverso il valico di Piazzo passasse una
strada romana, che Casargo e Pagnona ospitassero truppe imperiali. Gli stessi nomi di Premana e Pagnona possono avere quelle origini: rispettivamente dal prefisso prae- (cioè “prima, avanti”, riferito alla posizione avanzata nella valle) o da pro mane (verso mattino, verso est) e dal termine pagus (villaggio).
Rimane però traccia, nella tradizione orale e nella toponomastica, di un abitato più antico e situato ancora più addentro nella valle: si tratta di Domant (nucleo poi utilizzato come “lőőch”, cioè maggengo, e ancora ben conservato) il cui nome può risalire al latino domus-ante cioè, appunto, “la casa precedente”.
Da Vicróos, scendendo e

E’ probabilmente il luogo più suggestivo del centro storico,
quello che ha conservato meglio l’aspetto del paese antico.
Dall’interno dei locali che si affacciano sul porticato, si diramano antichi cunicoli, nei quali è stata rinvenuta sabbia di fiume. Trovandosi Premana su un terrazzo morenico, si tratta verosimilmente dei resti del primitivo corso del torrente
Varrone, L’appellativo Zòche significa in effetti “buco”, ma anche “cava”: non è escluso che - anticamente – il luogo fosse sfruttato proprio come cava di sabbia, utilizzata per le costruzioni.
Proseguendo da Vicróos su via Dante, si incontra un altro luogo
significativo per la storia del paese: è la bella piazzetta detta
Conscei, cioè, appunto, Piazza Consiglio, un tempo utilizzata
per le assemblee dei capi- famiglia. Da qui si percorre tutta via Volta.