ALTRE VIE: I "brich" sopra Premana
PREMANA - QUAI -COREGE - RONCAAL - BIANDEN
a) LIMOLPRAA- GIÜDEE- PREMANA
b) ROONCH - DESCOL - PREMANA
tempi e dislivelli
Bianden - Giüdee = 15 min., 0 m
Si parte dall’antica chiesa di S. Antonio, costruita su di uno sperone roccioso e recentemente restaurata senza modificarne la caratteristica struttura.
Seguiamo la mulattiera che sale conducendoci presto fuori dall’abitato: subito incontriamo una minuscola cappelletta - anch’essa molto antica e restaurata da poco poco - oltre la quale, alla nostra sinistra, si dirama il sentiero che penetra nel nucleo di QUAI (1049 – 1109 m), il quale, anticamente, era un lööch di campi, confinanti con i castagneti. Poco oltre, su uno sperone roccioso, il “Giargiööl sol Sass Vrigaa” domina l’agglomerato di Quai: qui abbandoniamo la mulattiera principale per imboccare il sentierino che si stacca sulla sinistra e che ci conduce a COREGE (1175 m), un lööch piuttosto alto e fuori mano, il cui toponimo deriva forse dal latino medioevale corrigium = striscia di terra coltivata.
Si attraversa ora ÓL LITÒRIO – l’abetaia che, come suggerisce il nome (da “fascio littorio"), fu piantata durante il Ventennio – ed il sentiero sale a RONCAAL. Il nome, simile a quello di diversi altri lööch sparsi sul territorio e oltre, rimanda all’antica consuetudine di concedere in uso a privati parti di terreno comune (i “ronchi”, appunto). Il nucleo deve essere assai vecchio, poiché alcuni tra gli edifici risalgono almeno al 1700. Imboccando qui il comodo sentiero che passa al “Poz de la Paole” - sorgente nota per la sua ottima acqua - ci dirigiamo a Bianden.
BIANDEN (1240 m.) è un nucleo rurale ben tenuto e da qualche famiglia ancora utilizzato per l’allevamento: le case raggruppate nella parte bassa sono probabilmente molto antiche, ma questa zona ha continuato ad essere disboscata e bonificata fino alla fine degli anni '30. Bellissimo il panorama che si gode da Bianden, con scorci sulla Val Fraina, la Val Marcia e la Val Varrone. Da qui, salendo per un ripido sentiero, si può raggiungere il caratteristico alpeggio di SOLINO (1600 m.): è l’alpeggio più recente di tutto il territorio permanese (a partire dagli anni Settanta, dalla vecchie stalle dell’alpe Piancalada sono state ricavate le minuscole baite, tutte allineate) ed è indubbiamente quello che gode del panorama più ampio e suggestivo: un vero e proprio balcone della valle.
Sotto le case di Bianden troviamo un sentiero che subito si divide: si può scendere brevemente fino a LIMOLPRAA (piccolo lööch i cui tetti si intravedono presto), oppure attraversare il ruscelletto e passare direttamente al GIÜDEE. Si tratta di un agglomerato piuttosto recente i cui prati sono, però, ormai quasi completamente abbandonati ed il suo curioso toponimo (“Giüdee”, letteralmente giudeo, è termine usato in premanese per indicare una persona cattiva, falsa) non è ancora stato spiegato!
Ci abbassiamo ora fino ad incontrare la bella mulattiera che scende dall’alpeggio di Premaniga e ci riporta in paese.
Incontriamo ancora il piccolissimo lööch della CREGHENCIGHE, dove si nota soprattutto l’ampia cappella addossata alle rocce. Tra le più grandi della zona, la sua esistenza è testimoniata già intorno al 1630, quando anche la popolazione di queste valli fu colpita dalla famosa e terribile peste di manzoniana memoria: questa cappella era meta di pellegrinaggi votivi.
Seguendo il sentiero che a monte di Bianden si stacca sulla destra, superata la valletta, siamo ai ROONCH, il rustico più alto di tutto il territorio premanese (oltre i 1300 m): molto pittoresco, ben conservato nella sua antica struttura ed in posizione panoramica. Oltre il lööch incontriamo il “poz de Scigasceer”, un tipico abbeveratoio dal nome misterioso.
Da qui seguiamo il sentiero che scende. Passando per il Giüdee alto (vedi sopra) giungiamo al DESCOL (1225 m), nucleo anticamente circondato da vasti prati oggi completamente riconquistati dal bosco (il toponimo può rimandare al celtico ask-o=pascolo, terreno incolto o al greco δύσκολος, attraverso il latino dyskolus= difficile da lavorare).
Oggi il Descol è un lööch solo in parte recuperato, ma sorprende davvero il fatto che nel '700 risultasse circondato da coltivi. Offre, comunque una stupenda vista sulla testata della Valvarrone.